Nicola Gratteri ospite speciale a Sophia 2019

Il magistrato in prima linea nella lotta alla ‘ndrangheta sarà protagonista della prima edizione di Excursus, il nuovo evento del festival dedicato alla cultura e alla società.

Il magistrato Nicola Gratteri nel manifesto della prima edizione di Excursus

La mafia è come ogni avversario: per sconfiggerla va conosciuta. E se si tratta di ‘ndrangheta, la mafia calabrese divenuta una delle più potenti, violente e pericolose organizzazioni criminali al mondo, nessuno la conosce meglio di Nicola Gratteri.
E proprio il magistrato calabrese sarà il protagonista d’eccezione della prima edizione di Excursus-cultura e società, il nuovo evento di Sophia che di tanto in tanto si aggiungerà agli appuntamenti filosofici del festival. L’incontro, intitolato La mafia, il potere, la storia, offrirà l’occasione per scoprire le vicende segrete della ‘ndrangheta, gli intrecci con la politica, l’incredibile potere e giro di affari che ha raggiunto oggi e, soprattutto, quali siano gli strumenti per sconfiggerla.
Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria ieri e di quella di Catanzaro oggi, tra i magistrati più conosciuti della DDA, la Direzione distrettuale antimafia, Gratteri ogni giorno combatte un’importante battaglia che negli anni lo ha fatto diventare un vero e proprio simbolo della lotta alla mafia. Un ruolo ch’egli utilizza quale prezioso strumento di informazione e sensibilizzazione soprattutto nei confronti dei giovani, mettendoli in guardia dal pericolo droga e dalle suggestioni dello stile di vita criminale, oggi spettacolarizzato da telefilm che si vantano di denunciare il problema e, invece, lo pubblicizzano lucrando.
Proprio tra i giovani, che seguono con passione il suo lavoro e sembrano averne perfettamente compreso importanza e portata, Gratteri cerca di seminare le basi di un futuro di consapevolezza civile e sociale: «Continuate a credere in noi, continuate a venire a trovarci a Catanzaro e a denunciare. Stiamo facendo tanti passi avanti ma continuate a starci vicini, perché il futuro non è solo dei giovani, il futuro è di noi tutti che ancora possiamo e dobbiamo fare qualcosa per cambiare il corso delle cose». E ancora, l’invito a vivere lo Stato in maniera pratica: «Uscite, occupate le piazze, create associazioni, fondazioni, adottate un’aiuola, allenatevi a gestire la cosa pubblica (…) Impegnatevi nel sociale e smettetela di pensare al solo ristretto interesse della vostra famiglia». Insomma, un appello all’azione per far tornare il Paese a essere un luogo comune in cui costruire, crescere e prosperare senza le catene degli interessi personali e dell’egoismo. Una vera e propria rivoluzione che, però, può nascere solo dal passo più difficile da compiere per chi vive a contatto quotidiano con la mafia: rifiutare l’illegalità.

UN’ANTICA STORIA DI SANGUE E POTERE

La copertina di Storia segreta della ‘ndrangheta (Mondadori)

Oggi la ‘ndrangheta gestisce affari multimiliardari sparsi in tutto il pianeta, ma il suo cuore pulsante è rimasto tra le montagne dell’Aspromonte. È da lì che la mafia calabrese pianifica le strategie e ordina gli omicidi e le stragi come quella di Duisburg del 2007. Ed è lì che affonda radici che si mischiano a quelle della storia e delle tradizioni d’Italia, come lo stesso Gratteri spiega nel suo ultimo libro Storia segreta della ‘ndrangheta. Una lunga e oscura vicenda di sangue e potere (1860-2018) (Mondadori), scritto a quattro mani con Antonio Nicaso, tra i più importanti esperti in materia e con il quale si rinnova ancora una volta un’importante collaborazione iniziata con il celebre Fratelli di sangue (Mondadori). La loro ultima pubblicazione è un prezioso lavoro di documentazione giuridica e ricostruzione storica che restituisce un efficace sguardo sulla nascita e lo sviluppo della mafia calabrese, in particolare sul suo legame secolare con la politica e il potere. Un legame che le ha permesso, nel 2013, di produrre un giro d’affari stimato in 73 miliardi di dollari, pari al 3,5% del PIL dell’Italia (dati Demoskopika), e che ha per protagonista incontrastato il traffico di cocaina, di cui la ‘ndrangheta detiene il monopolio europeo e per il quale è riuscita a tessere rapporti del tutto privilegiati con i narcos sudamericani.
Con una struttura fortemente organizzata e blindata da legami di sangue, solennemente impregnata da una religiosità che ne custodisce i riti e ne regola i ritmi, mai alla ricerca di esibizionismo e con un’impressionante capacità di adattamento, oggi la ‘ndrangheta preferisce usare computer e denaro anziché premere il grilletto e sparare, cambiando pelle in base alle tendenze della politica e dei mercati: se cambiano i tempi lei cambia con loro, sostituendo i killer con laureati in economia e insinuandosi nell’imprenditoria e nell’amministrazione pubblica. E se una volta era la mafia calabrese a rivolgersi alla politica per ricevere favori, oggi è la politica che si rivolge a lei per avere voti.

MAI ARRENDERSI

Nicola Gratteri e Antonio Nicaso incontrano i ragazzi di Locri (foto: Gigi Romano dalla pagina Facebook di Nicola Gratteri)

La lotta alla ‘ndrangheta non è per nulla semplice. Richiede sforzi e impegni enormi, sinergie internazionali, la creazione ad hoc di pool dedicati e servizi d’intelligence che operino in un ambiente in cui il pentitismo è pressoché inesistente. E quella alla mafia è una lotta che si basa sugli sforzi di uomini e donne convinti del loro impegno e che hanno la capacità di mettere il proprio lavoro a disposizione di tutti attraverso lo Stato. Ma, alla stessa maniera, la lotta alla mafia passa attraverso la capacità di cittadini e politici di stare dalla parte della legalità, un grande nemico della ‘ndrangheta. Il narcotraffico, ad esempio, è spesso difficile da contrastare a causa della corruzione e della complicità di apparati deviati di stati e governi che dal business della droga guadagnano enormi quantità di denaro. Ciò nonostante, l’impegno e la determinazione di magistrati come Nicola Gratteri ha permesso di raggiungere risultati importantissimi, che lasciano respirare ottimismo.
Oggi le indagini del Procuratore della Repubblica di Catanzaro guardano con attenzione alla cosiddetta “Santa“, nata dall’incrocio tra la ‘ndragheta e la massoneria deviata e in cui la concentrazione del potere è ai massimi livelli. Nelle interviste, a chi gli chieda cosa significhi vivere sotto scorta da trent’anni, Gratteri lascia intendere che l’unica cosa importante sia portare a casa i risultati. A chi lo vorrebbe ministro per questo o per quel governo, oggi risponde che preferisca fare il suo lavoro. Anzi, ribadisce l’entusiasmo per il proprio mestiere rivendicando la propria indipendenza e auspicando quella vera rivoluzione della giustizia che in Italia, a dirla tutta, sembra essere sistematicamente evitata. E ad Antonio Nicaso, che in uno speciale a loro dedicato dalla Rai gli chiede proprio «cosa debba succedere che non sia ancora successo per scuotere questo Paese», Gratteri risponde: «Nulla. È già successo di tutto e di più. Ma noi non ci arrendiamo».

L’APPUNTAMENTO A SOPHIA 2019

Nicola Gratteri sarà ospite di Sophia sabato 16 novembre 2019 alle ore 17:30 presso il Teatro Comunale di Pietrasanta, intervistato dal giornalista Massimiliano Montefameglio nel primo appuntamento di Excursus-cultura e società dal titolo La mafia, il potere, la storia. Il magistrato ha accettato l’invito del festival e raggiungerà Pietrasanta per incontrare il pubblico e i centinaia di giovani che ogni anno partecipano a Sophia con il desiderio di scoprire, conoscere e sapere. E l’incontro, ne siamo certi, sarà davvero speciale. L’ingresso, come tutto il festival, è gratuito.

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