Donatella Di Cesare aprirà Sophia 2019

Tra le voci più significative del panorama culturale, la filosofa italiana ha saputo dialogare con grande apertura e senso critico con la filosofia del linguaggio, la fenomenologia, l’ermeneutica e la grande riflessione ebraica, attraversando le più grandi stagioni del pensiero moderno e contemporaneo.

Donatella Di Cesare

Quella di Donatella Di Cesare è una ricerca tanto prolifica quanto versatile. Il suo lavoro ha spaziato dalla filosofia del linguaggio dove, tra le altre cose, si è occupata di semantica e dei concetti fondamentali di ónoma e lógos nell’ambito della filosofia classica. La lingua rappresenta uno dei nodi focali della sua ricerca, non solo come filosofa, ma anche come traduttrice. Nel 1991 traduce per la prima volta in lingua italiana per Laterza La diversità delle lingue, il capolavoro del linguista e filosofo sette-ottocentesco Wilhelm von Humboldt, di cui diventa grande specialista a livello internazionale. Ma si occupa anche di filosofia classica tedesca, in particolar modo dell’idealismo di Hölderlin, Novalis e degli Schlegel, oltre che di filosofi come Spinoza, Vico e Nietzsche. Con il suo studio approfondito di Heidegger, Wittgenstein e Derrida apre la sua ricerca anche alla fenomenologia e all’ermeneutica, pubblicando Utopia del comprendere. Da Babele ad Auschwitz (Il Melangolo, 2002), Ermeneutica della finitezza (Guerini & Associati, 2004) e Gadamer (Il Mulino, 2007). Celebre è il suo ampio contribuito al pensiero ebraico, soprattutto sul tema del tempo e del linguaggio. I filosofi di riferimento per questa fase del suo pensiero sono stati Rosenzweig, Levinas e Benjamin (vedi Grammatica dei tempi messianici, Giuntina, 2013; Israele. Terra, ritorno, anarchia, Bollari Boringhieri, 2014). Vicina alla riflessione sulle terribili parabole storiche che hanno riguardato la storia del popolo ebraico e non solo, Donatella Di Cesare riflette sui grandi temi della violenza, del terrore e della tortura, non solo coniugandoli nei termini della Shoah, con la quale instaura un potente dialogo approdato, tra gli altri, in Se Auschwitz è nulla (Il Melangolo, 2002), ma anche in una visione più ampia che coinvolge la biopolitica e il mondo globale. Recente la sua attualissima riflessione sul tema della migrazione in Stranieri residenti. Una filosofia della migrazione (Bollati Boringhieri, 2017), mentre gli interrogativi sull’estraneità e sul mito dell’identità sono protagonisti di Marrani. L’altro dell’altro (Einaudi, 2018). Sulla vocazione politica della filosofia (Bollati Boringhieri, 2018), il suo ultimo libro, offre una sintesi della sua posizione filosofica ed è finalista del Premio di Filosofia Benedetto Croce 2019.

Donatella Di Cesare aprirà la quarta edizione di Sophia sabato 16 novembre 2019 alle ore 10:30 con il primo degli otto incontri della quarta edizione del festival.

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