Arte e pensiero, letteratura e filosofia, metafisica ed estetica: Sergio Givone, uno dei più affezionati e amati protagonisti di Sophia, torna per la quarta edizione per affrontare il tema del tempo

Se volessimo, potremmo aprire direttamente con una chiosa che oggi suona fin troppo scontata: non cāĆØ bisogno di presentazioni. Non per Sergio Givone, tra i pensatori e gli studiosi più influenti di questi decenni a cavallo del millennio. Professore emerito di Estetica allāUniversitĆ di Firenze, allievo del grande Luigi Pareyson, autore di numerosi testi che spaziano dallāestetica allāermeneutica, da Dostevskij a Blake, dal romanticismo allāetĆ contemporanea. Estetica, disciplina comunemente identificata come filosofia dellāarte o del bello, ma che nel suo etimo rimanda direttamente al senso e alla sensibilitĆ (aisthesis ĆØ la āsensazioneā in greco); giovanissima se si pensa che la sua origine formale ĆØ settecentesca, ma che di fatto ĆØ esistita sin dalla classicitĆ . Estetica, diciamo, ma non solo, perchĆ© Givone si ĆØ occupato di nichilismo (Storia del nulla, 1995), il tema della prima edizione di Sophia, di metafisica, di storia della filosofia, di ermeneutica ed oltre. Recentissimo il suo Sullāinfinito (Il Mulino, 2018), mentre il tema del tempo riecheggia nel suo Non cāĆØ più tempo (Einaudi, 2008). Grande amico ed affezionato del festival, lo ha accompagnato sin dallāedizione dāesordio, riscuotendo un enorme successo di pubblico, soprattutto tra i giovani, per la limpidezza, lāefficacia e le suggestioni delle sue lezioni, che hanno passeggiato letteralmente per tutta la storia della filosofia occidentale.