IL TEMA

Sophia 2021_Differenze

Se esiste una parola che più di altre è in grado di esprimere il gesto della filosofia, questa è differenza. Ed è a questa parola che la sesta edizione di Sophia – la Filosofia in festa vuole rendere omaggio. Ma che cos’è la differenza? In questa parola, in grado di suonare così tremenda quando la si pronuncia, c’è anzitutto un gesto, quello del portare (così testimonia il verbo latino ferre). Ma non si tratta di un portare qualunque, quanto piuttosto di un portare che divide, che separa, che allontana (la particella di). Di è la particella della discordia, la stessa che condusse la dea Eris alla sua terribile vendetta in occasione del banchetto in onore del matrimonio tra Peleo e Teti, prima della guerra di Troia; persino la luce sente l’influenza di questa sillaba, quando avviene ciò che i fisici chiamano diffrazione, il fenomeno che descrive l’incontro di un ostacolo da parte di un’onda, come ad esempio quella della luce che si spezza non appena incontra un prisma. Le differenze, d’altra parte, presuppongono sempre la possibilità di un ostacolo, perché esse indicano diversità, dissomiglianza. E le differenze, anche quando solo immaginate, sono state in grado di muovere terribilmente la storia – le differenze di genere, di razza, di ricchezza, di rango…

Le differenze sono insomma, ad osservarle bene, il volto stesso della natura, sono testimoni di tutta la sua varietà, di tutta la sua molteplicità e ricchezza. Un filosofo, se interrogato sul senso di questa parola, non risponderebbe altro che questo, che la differenza è l’alterità e, più precisamente, il segno dell’incontro con ciò che appare come un’alterità. E che cos’è la filosofia, questa scienza che Arthur Schopenhauer diceva essere un’arte, se non l’arte dell’incontro, dell’incontro che si traduce in dialogo e, talvolta, persino in conflitto? Quale forma di ricerca del sapere e della verità non presuppone, costitutivamente, l’incontro con l’altro, un incontro in grado tanto di trasformarsi in un accordo quanto di generare una separazione?
Ma se tanto spesso gli individui sono stati in grado di fare delle differenze – di quelle sociali e culturali, ad esempio – luogo di lotta e di divisione, i filosofi sanno bene che dietro le differenze non c’è solo il semplice gesto della sottrazione o della contraddizione, la stessa che Hegel affermava muovere tutti i fenomeni del mondo, ma c’è qualcosa di più: c’è già la possibilità della sintesi, c’è già il superamento del conflitto, la risoluzione della dialettica. Il filosofo è colui che ha il coraggio di guardare in faccia la differenza dell’altro e di scoprire che, forse, dietro quella differenza non vi è la negazione, ma l’atto creativo di un’affermazione. Per la sua sesta edizione Sophia vuole condurre un viaggio nelle differenze, più precisamente nei modi in cui il pensiero si è confrontato con le differenze, tanto con le sue dicotomie (essere e nulla, bene e male, vero e falso…) e le sue contraddizioni, quanto con la sua forza di sintesi e di unione.